L’ ascolto, l’ empatia e la comprensione profonda nel nostro mondo interno e nella relazione interpersonale
“ che lungo la strada della nostra vita, ognuno deve avere l’ opportunità di raccontare la sua storia, e mentre ciascuno racconta la propria storia ci deve essere qualcuno che ascolti”
( S. B. Kopp)
“ E’ una breve sequenza durata pochissimi minuti, eppure ci consente di capire molte cose di quello che sta succedendo fra Rosa(madre) e Roberto(figlio). Fra loro, potremo dire , s’è già creato un complicato gioco delle parti. Infatti nelle prime sequenze è Roberto il vero protagonista, mentre la madre si limita ad osservarlo, come se fosse lui a dare il ritmo alloro
scambio. Quando Roberto rallenta la suzione e prende fiato, i suoi occhi non sono più diretti verso il seno della madre e si spostano, come alla ricerca di nuovi oggetti. Rosa capisce che il figlio è adesso più disponibile all’ incontro e cerca di catturarne l’ attenzione, assumendo senza esserne consapevole un’aria di finto stupore. Il suo viso è così espressivo da richiamare l’ attenzione del figlio. Rosa fa tutto questo intuitivamente senza esserne cosciente…………il tono della sua voce diventa più alto del solito e le sue parole hanno una particolare intonazione, quasi musicale……….parla al figlio come se Roberto capisse la sue parole……..Rosa segue con attenzione il figlio e si fa guidare da quello che fa Roberto…………….Roberto , è naturale, non è in grado di parlare, ma la madre gli concede il suo turno, iniziandolo alle regole del dialogo.
Ora tocca a me e tu mi ascolti, poi toccherà a te parlare e io ti ascolterò. Nell’ interazione tra madre e figlio comincia crearsi una specie di
ritmo, fatto di turni e pause.” ( M. Ammanniti)
La madre non sa che come risponderà fra un attimo al suo bambino: non può saperlo in quanto non può sapere se il bambino continuerà a sorriderle, ad emettere piccoli vocalizzi o fare qualche altra cosa. Può darsi che improvvisamente il bimbo cambi espressione, può darsi che si ritiri dentro se stesso, può darsi che sia attratto da un oggetto esterno. Una madre sana non sa queste cose, né si pone il problema di non saperle: agisce come le viene, modula il suo tono e i suoi comportamenti su quelli del bambino, ed apprende strada facendo conoscerlo e ad anticiparlo sempre meglio. Si
lascia guidare, istruire. Si lascia guidare ed istruire proprio perché non ha certezze, non ha la testa imbottita di teorie. Quindi può continuare ad apprendere e il suo bambino insieme a lei.
Ascoltare significa sintonizzarsi.
Attraverso la sintonizzazione, interna ed esterna, si sviluppa un rapporto dialogico tra parti di sé e/o tra persone in cui si recupera istanze nascoste e si può arrivare a interessanti sintesi creative. Ma, soprattutto, la sintonizzazione sviluppa fiducia ; si avverte la sensazione di essere capiti e solo così si mettono le premesse per rivelarsi e affidarsi in modo da esplorare con sempre maggiore profondità il nostro mondo interno.
Conduttore : Giuseppe Tomai – Formatore Aico
Sabato 13 – Domenica 14 Gennaio 2018
9.30-13 / 14 – 17.30
Via del Malcantone. 15 – Firenze
( presso Vivaio del Malcantone )
Per informazioni e iscrizioni Segreteria – Katia : mobile 3384238091
email infoaletheia@gmail.com