Scuola di Counseling

LE DINAMICHE AFFETTIVE ED EMOTIVE NEI GRUPPI

LE DINAMICHE AFFETTIVE ED EMOTIVE NEI GRUPPI

Creare libertà, comunità e rapporti sostenibili ha un prezzo. Richiede il tempo e il coraggio necessari per imparare ad essere nel fuoco della diversità. Significa rimanere centrati nel fuoco del conflitto. Richiede che si impari a conoscere le piccole e grandi organizzazioni…. “ ( Arnold Mindell )

Il gruppo è essenziale per lo sviluppo della vita psichica dell’ uomo.

Si studia il fenomeno « gruppo » e si parla della costituzione di « gruppi » soprattutto dal dopoguerra in poi. Il gruppo è sempre esistito ma non era diventato, come in questi ultimi anni, il centro di studio, il centro dell’ interesse della cultura psicologica e sociologica, il mezzo per avviare risposte al disagio e alla sofferenza . La diffusione del gruppo nelle organizzazioni del lavoro è molto evidente. Infatti, molte realtà organizzative possono essere viste e rappresentate come inter-azione di gruppi molteplici e articolati in modo complesso tra di loro, che avviano ed esplorano possibilità di connessioni e punti di contatto per il conseguimento degli obiettivi produttivi. Il gruppo è visto anche come strumento principale per incarnare processi democratici e di partecipazione. Ma cosa succede nei gruppi ? Quali dinamiche si attivano ? Come viene gestita la diversità ? Basta creare un gruppo per dire di far esistere la democrazia ? Come viene gestito il potere al suo interno ?

Come nell’ individuo nel gruppo si attuano processi consci e inconsci e sono soprattutto le leggi emotive e affettive che fanno da padrone.

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RICONOSCERE E AFFRONTARE IL PROCESSO DEL MORIRE

RICONOSCERE E AFFRONTARE IL PROCESSO DEL MORIRE

“La paura mi entra nel cuore . Io ho paura della morte”. (Gilgamesh)
Due sono i tabù che dominano oggi, quello del sesso (?) e quello della morte.
L’ eros è affogato dalla pornografia, la morte è nascosta. La morte spesso è al centro della nostra vita ma le difese che erigiamo sono tali da impedirci di affrontarla con consapevolezza. Si può allontanare questo pensiero?
Non credo. Lo ritroviamo nel nostro immaginario, nel nostro mondo onirico, nella realtà della vita quotidiana. Tolstoj nella Morte di Ivan II’c fa dire al burocrate alla fine della sua vita che muoio male perchè ho vissuto male. Un fenomeno che osservano bene tutti quegli operatori che giornalmente stanno a contatto con i pazienti alla fine della loro vita.

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